In base alla Taxes Consolidation Act del 1997 (TCA 1997) i residenti in Irlanda sono tassati sui redditi prodotti sia sul territorio nazionale che all'estero. Essere residenti in Irlanda significa, secondo la legge nazionale, una presenza nel Paese di 183 giorni nell'arco di 12 mesi, che diventano 280 se si considera un periodo a cavallo fra due anni consecutivi. Chi risiede in Irlanda per più di tre anni consecutivi acquisisce lo status di residente abituale ed è soggetto a una tassazione con aliquota fissa del 20% o del 40% in base al reddito, sia esso dipendente o lavoratore autonomo.
In particolare, a un lavoratore con reddito al di sotto dei 35.500 euro sarà applicata una aliquota del 20%. Al di sopra di questa soglia, l'aliquota diventa del 40%. Esistono poi una serie di situazioni nelle quali tale soglia subisce alcune variazioni.
Ad esempio, nella tassazione irlandese per le coppie, l'aumento dell'aliquota dal 20% al 40% si ottiene quando si superano i 44.300 euro nel caso di un monoreddito e per redditi superiori a 70.600 euro se i redditi sono due.
Al fine del pagamento della tassa, il valore dovuto viene calcolato sui redditi da lavoro (income tax) e l'imposta delle plusvalenze (capital gains tax (CGT) ossia quel valore generato da un asset su cui si era investito che può essere un immobile, polizze sulla vita, prodotti di investimento e fondi di venture capital. In poche parole, è una tassa che si paga sulla differenza positiva tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto di beni immobili o asset finanziari fungibili, negoziabili e soggetti a compravendita.
I redditi da lavoro sono composti dai redditi accumulati attraverso lo stipendio e altri proventi non ordinari del lavoratore (dipendente o autonomo).
I lavoratori autonomi, per il pagamento delle imposte sono soggetti al sistema PAYE che sta per paga quando guadagni, infatti non sono soggetti a dichiarazione dei redditi e tutte le detrazioni avvengono direttamente in busta paga. Tra queste è previsto l'addebito della tassa sociale universale (USC), di cui parleremo più avanti, e dell'assicurazione sociale relativa alle retribuzioni (PRSI).
Invece, per i lavoratori autonomi nella tassazione iralndese è previsto un sistema di autoliquidazione, ossia il calcolo e l'eventuale versamento dell'imposta dovuta, effettuato direttamente dal contribuente in prima persona.
La tassa sociale universale (Universal Social Charge, o USC) viene detratta in busta paga a tutti i lavoratori con un reddito annuo superiore a 13 mila euro con aliquota crescente da un minimo di 0,5% fino ad arrivare all’8% per i redditi superiori ai 70.044 euro.
Ad esempio, per un reddito inferiore a 13.000 euro all’anno, l'USC non è dovuto, se il reddito è di 13.001 euro, si applica una aliquota di 0,5% sul reddito fino a 12.012 euro e il 2% sul reddito tra 12.012 e 13.001 euro.
Gli altri scaglioni sono:
La tassazione irlandese prevede vantaggi fiscali nel settore agricolo che beneficia dei seguenti sgravi:
Il sistema di tassazione itlandese è accompagnato da esenzioni applicabili in presenza di precisi requisiti. Ad esempio, sono soggetti ad esenzione:
Alcune detrazioni riguardano invece:
Le aziende con sede fiscale in Irlanda sono soggette a tassazione sia sui profitti generati sul territorio nazionale che quelli generati all'estero. Invece, le società non residenti sono tassate solo nei limiti degli utili prorotti in Irlanda. In particolare, l'aliquota costante del 12,5% applicata ai redditi commerciali, ha attirato numerose multinazionali, in particolare nel settore delle attività finanziarie, dell'IT e dell'elettronica.
Invece, i redditi non commerciali, le attività immobiliari e le attività legate all'attività mineraria ed estrattiva, sono soggetti a un’aliquota fissa del 25%.
Come nel caso dei lavoratori, anche le aziende possono usufruire della deducibilità di alcune spese come ad esempio nel caso delle spese per la ricerca e sviluppo, l’ottenimento di brevetti, le donazioni a enti di beneficenza o a istituti pubblici.
Un elenco di tutte le altre imposte e tasse per persone fisiche e giuridiche che vivono e operano in Irlanda.
Anche in Irlanda sia applica l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) con una aliquota costante del 23%, e, anche in questo caso, ci sono alcune categorie che possono beneficiare di agevolazioni.
In particolare, le usufruiscono di una aliquota iva costante del 13,5%:
Ad usufruire di una aliquota iva costante del 9% sono i seguenti settori:
L'aliquota iva più bassa in assoluto, pari al 4,8% è dedicata a:
Per i redditi molto alti e indipendentemente dalla residenza fiscale, la tassazione irlandese prevede una apposita tassa per il domicilio. Si potrebbe definire una tassa patrimoniale sulla ricchezza pari a 200 mila euro dovuta dai domiciliati in Irlanda che rispettano le seguenti condizioni:
In italiano sarebbe la ritenuta d’imposta sugli interessi da deposito (DIRT) ed è una trattenuta che effettua la banca sugli interessi pagati o accreditati sui depositi di tutti coloro che risiedono in Irlanda.
Questa tassa ha subito numerose variazioni nella storia della tassazione irlandese degli ultimi anni:
CAT è la tassa sull’acquisizione di capitali ed è applicata nella misura del 33% sui patrimoni oggetto di donazioni o eredità. I due parametri che regolano le soglie dell’aliquota sono la data di donazione (o eredità) e l’aliquota d’imposta.
Infine ci sono i dazi, le accise e l'imposta di bollo.
I primi riguardano tutte le merci importate in Irlanda dai Paesi fuori dall'area Euro. Le aliquote dei dazi doganali sono variabili e mai superiori al 14%.
Le accise applicano a sigarette, alcool, benzina, carburante diesel e petrolio liquefatto.
Infine, l’imposta di bollo riguarda le polizze assicurative, gli assegni bancari, le carte di credito e di debito, i contratti di locazione, il trasferimento di immobili residenziali e non e il trasferimento di quote societarie.
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